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Amputazioni e infezioni osteoarticolari

20/11/2013

Amputazioni e infezioni osteoarticolari  : incidenza elevata e scelte sanitarie urgenti e necessarie

 In Italia il numero medio di amputazioni all’anno è pari a 13 mila casi, stando ai dati forniti dall’Associazione Nazionale Infezioni Ossee (ANIO), di cui solo in Sicilia 1249, 750 in Campania, 720 in Lombardia.  “Si tratta di una casistica troppo elevata rispetto alla reale esigenza clinica”, sottolinea da un importante Simposio Internazionale in corso ad Amburgo in questi giorni il prof. Giorgio Maria Calori, Direttore della Divisione U.O.C. di Chirurgia Ortopedica Riparativa (COR) dell’Istituto Ortopedico Gaetano Pini di Milano e Presidente di ESTROT (European Society of Tissue Regeneration in Ortopaedics and Trauma) prestigiosa società scientifica che rappresenta oltre 1.400 specialisti di 27 paesi europei più alcuni extra-europei ed è riconosciuta ufficialmente dalla Federazione Europea EFORT. “Quella della amputazioni”, dice,” non è una realtà assolutamente trascurabile, poiché fonte di grande sofferenza per i malati e di gravoso impatto economico per la società. Il mio reparto C.O.R. è nato e si è sviluppato per far fronte in particolare a questi casi complessi, conseguenza di ripetuti fallimenti nel delicato campo della Ortopedia e Traumatologia”.

E’ infatti noto che il C.O.R. dell’Istituto Ortopedico Gaetano Pini è ormai riconosciuto a livello internazionale come Centro di Eccellenza e Riferimento, non solo per lo studio e l'applicazione clinica delle nuove biotecnologie e della ingegneria tissutale, ma anche per l’utilizzo di speciali impianti protesici per l'ottimizzazione dei processi di guarigione nelle complicanze, e, inoltre, per la cura delle necrosi ossee, dei ritardi consolidativi delle fratture, delle pseudoartrosi e specialmente dei difetti critici con ampia perdita di sostanza ossea, sia settici che asettici.”In pratica la mia Divisione agisce da Hub sul territorio alla stregua di un centro per i trapianti, onde non disperdere risorse preziose”, spiega il Prof. Giorgio Maria Calori,” Presso il C.O.R. sono implementate le più recenti linee guida scientifiche ed è, pertanto, possibile ricevere le cure necessarie, tradizionali o di ultima generazione; il C.O.R. è dotato di personale medico e non medico appositamente formato per la cura di questi pazienti che vengono assistiti con un accesso privilegiato e protetto”. Il C.O.R. è collegato per la ricerca clinica alle maggiori università europee e nel mondo e, fatto ancora più rilevante, collabora in modo continuativo con A.N.I.O. condividendone i protocolli gestionali. “Ne deriva,”sottolinea il prof Calori,”che oltre la metà dei casi trattati, sebbene già candidati per una amputazione trovano una soluzione di guarigione o perlomeno di soddisfacente recupero funzionale. Questo grazie alla applicazione di uno specifico algoritmo di trattamento, basato su una innovativa classificazione delle lesioni che tiene conto del paziente nella sua globalità e non solo della singola lesione ossea   Con ciò, la speranza del paziente di tornare ad una vita accettabile viene corrisposta e soddisfatta; non da meno si contribuisce efficacemente alla sostenibilità della spesa sanitaria”.

“Il Drg complessivo per un’amputazione è 30mila euro circa”, spiega Girolamo Calsabianca, segretario nazionale dell’Associazione Nazionale Infezioni Ossee (A.N.I.O)”, mentre un trattamento di infezioni ossee costa tra gli 8 e i 12mila euro. L’A.N.I.O. ha guidato 90 soggetti in un percorso diagnostico chiuso: di questi ben 84 hanno ad oggi ancora la gamba”.

Ogni anno in Italia sono 28mila i casi di infezioni osteoarticolari che derivano da complessità ortopedica, complicanze diabetiche e vascolari, infezioni ortopediche provenienti da fratture esposte, protesi infette o ancor peggio in quei casi che si manifestano a seguito di intervento chirurgici per sale operatorie non adeguate allo standard europeo (ISO 5). “Gestirli correttamente”, dice il dott. Girolamo Calsabianca,”è un grande problema per l’esiguità di centri altamente specializzati, come quello del’Azienda Ospedaliera Gaetano Pini. C’è inoltre la carenza di linee guida che obblighino percorsi multidisciplinari per la presa in carica di tali soggetti e casi che vengono affrontati in modo straordinario e spesso con accanimento clinico che si concludono con una amputazione dell’arto o il decesso del paziente per setticemia acuta. Per questo è necessaria l’emanazione da parte del Ministero della Salute,”ribadisce  il dott. Girolamo Calsabianca,”di raccomandazioni e linee guida atte a garantire un percorso clinico standardizzato al fine di ridurre drasticamente questa casistica e di conseguenza enormi costi sociali e del sistema”.

 “Oltre alle problematiche di natura clinica che sono affrontabili con quanto richiesto da A.N.I.O.,” precisa il prof. Giorgio Maria Calori, Presidente Estrot,” è necessario inquadrare il problema anche dal punto di vista amministrativo. Ad oggi non vi è nei tariffari ministeriali alcuna voce assimilabile al rimborso di prestazioni tanto complesse. Trattandosi, quindi, di trattamenti non coerentemente rimborsabili ne consegue una oggettiva difficoltà, sia per l’erogazione di prestazioni ordinarie che per svolgere studi di ricerca clinica, data la imprescindibile autorizzazione dei Comitati Etici che richiedono preventivamente la copertura del budget di spesa”.

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